Recovery Plan, come cambia il capitolo dedicato a Digitalizzazione e Innovazione del sistema produttivo
RECOVERY PLAN
Come cambia il capitolo dedicato a Digitalizzazione e Innovazione del sistema produttivo
L’ultima versione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), noto come Recovery Plan, datata 12 gennaio 2021 (si veda il PDF in fondo all’articolo), è figlia di una profonda rivisitazione volta ad accogliere i numerosi rilievi mossi dalle forze politiche di maggioranza, in particolar modo da ItaliaViva.
Rispetto alla bozza del 29 dicembre uno dei capitoli maggiormente penalizzati dalla riorganizzazione delle voci di spesa è proprio il capitolo dedicato a Digitalizzazione e Innovazione del sistema produttivo. Si tratta della seconda componente della prima missione (M1C2). Prima di entrare nei dettagli però vi proponiamo lo schema complessivo del piano, in modo da permettervi di guardare prima la fotografia d’insieme.
Lo schema del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è articolato in sei missioni a loro volta suddivise in 16 “componenti”, le quali sono poi suddivise in progetti. Ogni progetto è poi caratterizzato da una serie di “interventi”.
In particolare, la prima missione (M1) è dedicata al tema Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, ed è a sua volta suddivisa in tre componenti dedicate rispettivamente alla P.A., al sistema produttivo e a Turismo e Cultura.
Qui di seguito vi proponiamo la struttura del piano in modo da permettervi di farvi un’idea della collocazione di questi temi nell’insieme del piano:
M1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
- C1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pubblica Amministrazione
- C2 Digitalizzazione e Innovazione del sistema produttivo
- C3 Turismo e Cultura 4.0
M2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica
- C1 Impresa Verde ed Economia Circolare
- C2 Transizione Energetica e Mobilità locale Sostenibile
- C3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
- C4 Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica
M3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile
- C1 Alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale 4.0
- C2 Intermodalità e logistica integrata
M4 – Istruzione e ricerca
- C1 Potenziamento delle competenze e diritto allo studio
- C2 Dalla ricerca all’impresa
M5 – Inclusione e coesione
- C1 Politiche per il Lavoro
- C2 Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore
- C4 Interventi speciali di coesione territoriale
M6 – Salute
- C1 Assistenza di prossimità e telemedicina
- C2 Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria
Queste sono le cifre complessivamente assegnate alle varie missioni e componenti.
Le risorse per Digitalizzazione e Innovazione del sistema produttivo
A Digitalizzazione e Innovazione del sistema produttivo è dunque dedicata la seconda componente della prima missione, con un totale di risorse pari a 25,93 miliardi di euro a cui si sommano 800 milioni del fondo React-Eu.
Nella versione precedente, le risorse di questa componente erano 32,44 ,miliardi di euro, ben 6,5 miliardi in più. I progetti parte di questa componente sono cambiati in buona parte: spariscono Agricoltura digitale ed editoria 5.0, per esempio. Ma a colpire di più è la pesante riduzione delle risorse dedicate al progetto Transizione 4.0, che passano da 21,7 miliardi a 18,98 miliardi. Ci sono quindi 2,72 miliardi in meno che, come abbiamo spiegato in questo articolo, sono sostanzialmente dovute allo “stralcio” dell’ex superammortamento, che sarà finanziato a parte con risorse italiane per il solo 2021.
A questo proposito, l’ultima bozza propone una tabella che illustra anche le risorse che l’Italia metterà sulle voci del Recovery Plan nei prossimi sei anni. Risorse che, nel caso della componente dedicata a Digitalizzazione e innovazione del sistema produttivo, ammontano a ben 9,86 miliardi di euro di cui 6,76 per il Transizione 4.0 e 3,1 per Digitalizzazione PMI e Fondo di Garanzia a cui va pure un altro miliardo dalle risorse dei Fondi SIE / PON.
Bando al passato e vediamo adesso come è strutturata questa componente.
Dal punto di vista delle risorse europee, il piano Transizione 4.0 ha, nonostante i tagli, ancora la fetta più importante (quasi 19 miliardi); seguono i progetti per la banda larga (4,2 miliardi); poi le politiche industriali di filiera e l’internazionalizzazione (2 miliardi); e infine Innovazione e tecnologia dei microprocessori (750 milioni) e Digitalizzazione PMI e Fondo di Garanza (800 milioni a valere sul React-EU).
I circa 26 miliardi sono suddivisi come segue:
Gli obiettivi
Gli obiettivi della componente dedicata a Digitalizzazione e Innovazione del sistema produttivo sono complessivamente tre
- Sostenere la transizione digitale e l’innovazione del sistema produttivo attraverso stimoli agli investimenti in tecnologie all’avanguardia e 4.0, ricerca, sviluppo e innovazione, cybersecurity.
- Realizzare reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e satellitari, per la realizzazione, l’ammodernamento e il completamento delle reti ad altissima capacità collegate all’utente finale nel Mezzogiorno e nelle aree bianche e grigie, nonché per garantire la connettività di realtà pubbliche ritenute prioritarie e strategiche, integrando le migliori tecnologie disponibili per offrire servizi avanzati per il comparto produttivo e della sicurezza (inclusa l’offerta di pacchetti di servizi per la gestione in sicurezza dei dati in cloud, la rindonanza delle reti strategiche, la costruzione di reti dedicate).
- Favorire lo sviluppo delle filiere produttive, in particolare quelle innovative, nonché del Made in Italy ed aumentare la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali, utilizzando a tale scopo anche strumenti finanziari innovativi.
Qui di seguito vi proponiamo la descrizione dettagliata dei cinque interventi.
Gli interventi
Intervento 1: Transizione 4.0
Si prevedono incentivi per agevolare la transizione digitale e verde, sostenendo i processi virtuosi generati da trasformazioni tecnologiche interconnesse nella progettazione, nella produzione e nella distribuzione di sistemi e prodotti manifatturieri. Il Piano agisce sui fattori che abilitano la trasformazione digitale delle imprese creando le condizioni favorevoli alla realizzazione degli investimenti innovativi. I principi fondanti del Piano possono sintetizzarsi in una logica di neutralità tecnologica e nella scelta di intervenire con azioni orizzontali e automatiche. Con il “Piano Transizione 4.0” è stata elaborata una nuova strategia di politica industriale del Paese, più inclusiva e attenta alla sostenibilità.
Il Piano si compone di una serie di misure volte a:
- stimolare la domanda di investimenti privati in beni strumentali per favorire sia la trasformazione digitale delle imprese che il necessario ammodernamento di macchinari e impianti in un’ottica di efficientamento produttivo ed energetico;
- sostenere prodotti e processi innovativi attraverso una misura dedicata alle attività di ricerca e sviluppo che portano all’adozione di soluzioni nuove per il settore o mercato di riferimento.
Il nuovo progetto Transizione 4.0 prevede misure pluriennali per favorire la pianificazione delle strategie di investimento delle imprese. Introduce inoltre significativi potenziamenti, sia in termini di aliquote e massimali delle agevolazioni, sia in termini di semplificazione e accelerazione delle procedure di erogazione del vantaggio fiscale. L’estensione degli investimenti agevolabili, che a partire dal 2021 includono un bacino più ampio di beni strumentali immateriali, dovrebbe consentire il coinvolgimento maggiore delle piccole imprese che storicamente devono colmare un divario in termini di digitalizzazione di base. Infine, sempre in favore delle piccole imprese, il Piano prevede un bacino più ampio di beni strumentali immateriali agevolabili e meccanismi semplificati e accelerati di compensazione dei benefici maturati per le aziende con fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro. La possibilità di fruizione immediata del credito potrebbe favorire maggiori investimenti da parte delle PMI ovviando alle note carenze di liquidità.
Il progetto si basa su un credito d’imposta articolato per spese in beni strumentali (materiali e immateriali 4.0), e per investimenti in ricerca e sviluppo, nonché in processi di innovazione e di sviluppo orientati alla sostenibilità ambientale e all’evoluzione digitale. A queste misure potranno accedere anche le imprese editoriali per le attività di digitalizzazione e per gli interventi a sostegno della trasformazione digitale dell’offerta e della fruizione di prodotti editoriale. Infine, uno specifico finanziamento di 180 milioni viene attribuito alle infrastrutture digitali per le filiere agroalimentari nelle regioni meridionali.
Lo stanziamento totale per questo progetto è di 19 miliardi, di cui 3,1 miliardi già stanziati a legislazione vigente.
Inoltre,si aggiungono risorse complementari per 6 miliardi e 760 milioni dagli stanziamenti della Legge di Bilancio.
Intervento 2: Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione
Il progetto prevede di sostenere le filiere industriali in particolare quelle che maggiormente hanno risentito degli effetti della crisi e quelle più avanzate dal punto di vista dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, favorendone il rafforzamento anche al fine di migliorarne il posizionamento nelle catene del valore europee e globali e di ridurre la dipendenza da paesi terzi. Particolare attenzione sarà rivolta, in questo ambito progettuale, alle imprese che promuovono nel mondo i prodotti del Made in Italy, in particolare a quelle di minori dimensioni.
A tale scopo, sarà utilizzato il sistema del fondo di fondi attraverso il quale le risorse stanziate sono conferite a fondi operativi specializzati per strumenti finanziari, rischi assunti e settori di intervento. Tale conferimento, unitamente a strumenti BEI e dell’UE e alla partecipazione al capitale e/o ai finanziamenti di intermediari finanziari e partner, può rappresentare la dotazione che ogni singolo fondo utilizzerebbe per finanziare le iniziative di questo progetto. Inoltre, sostenere le filiere significa anche prevedere un insieme di interventi che stimoli la qualità e la specializzazione nei processi di aggregazione delle filiere in ogni settore, soprattutto in quelli di rilevanza nazionale. Saranno così incentivate le integrazioni e le interconnessioni tra le aziende nelle diverse fasi dei processi produttivi, favorendo, con strumenti idonei, anche processi di fusione e di patrimonializzazione.
Lo stanziamento totale per questo progetto è di 2 miliardi.
Intervento 3: Finanziamento PMI e fondo di garanzia
La crisi di liquidità provocata dall’emergenza sanitaria fa emergere, per ampi segmenti del sistema produttivo e a prescindere dalla dimensione di impresa, l’esigenza di accedere a fonti di finanziamento diverse dal cash flow, compromesso dal calo di fatturato. In tale contesto il sistema bancario e le misure di sostegno intraprese dal Governo hanno giocato un ruolo preminente. Per questo, il PNRR – grazie ad una sinergia tra più programmi europei – mette a disposizione diversi strumenti per il rafforzamento del sistema produttivo, in particolare strumenti per favorire l’accesso al credito e la liquidità delle imprese, come il rifinanziamento del Fondo di Garanzia.
Lo stanziamento totale per questo progetto è di 800 milioni su React-EU.
Inoltre,si aggiungono risorse complementari per 1 miliardo dai progetti PON e per 3 miliardi e 100 milioni dagli stanziamenti della Legge di Bilancio.
Intervento 4: Banda larga, 5G e monitoraggio satellitare
In questo ambito si prevedono interventi per la riduzione del digital divide favorendo il raggiungimento degli obiettivi europei della Gigabit society. Tra le principali linee di progetto vi sono:
- Il Piano Italia 1 Gbit/s che prevede il completamento del progetto Banda ultra larga, con iniziative per il collegamento all’utente finale delle connessioni ultraveloci e la sua estensione alle nelle aree grigie;
- La copertura in fibra ottica in realtà pubbliche ritenute prioritarie (completamento Piano scuole; piano sedi della sanità; piano fibra per parchi naturali; piano fibra per musei e siti archeologici);
- Fibra per il 5G lungo le vie di comunicazione extra-urbane e diffusione di reti 5G negli impianti sportivi pubblici;
- Interventi per la promozione dei servizi 5G e la safety del 5G.
Inoltre, in piena coerenza con le iniziative avviate dall’Unione europea e da numerosi stati membri in un settore in forte espansione a livello globale, nel quadro del Piano straordinario per la space economy si prevede il lancio di una costellazione satellitare per il monitoraggio della Terra (ottico e via radar) ad elevata risoluzione con la relativa realizzazione dell’infrastruttura di terra per il controllo della costellazione e la costituzione di un istituto per il monitoraggio ambientale e di difesa del territorio, tramite sistemi di IA e high speed computing. Previsti poi interventi in materia di tracciamento (mirror Galileo) e di telecomunicazioni satellitari a bassa latenza per servizi istituzionali e governativi (GovSatCom), attuati anche in partenariato pubblico-privato. E’ noto infatti l’apporto che tecnologie e applicazioni spaziali possono fornire nella risoluzione di sfide sociali di diversa natura, incluso il contrasto alla pandemia da Covid19, oltre che il ruolo di propulsione che tale settore può giocare nel processo di rilancio del potenziale di crescita del paese. Potranno trovare spazio all’interno di questa linea di finanziamento anche i progetti dell’Agenzia Spaziale Italiana.
Lo stanziamento totale per questo progetto è di 4,2 miliardi [di cui 1,1 già stanziati per progetti in essere].
Intervento 5: Innovazione e tecnologia dei microprocessori
Il progetto è volto a sostenere il settore ad alto contenuto tecnologico della microelettronica, attraverso un mix di strumenti per il sostegno finanziario agli investimenti in macchinari, attrezzature e impianti produttivi. Data la specializzazione nel settore di alcune aree del paese, è ragionevole attendersi che una quota significativa di questa linea di intervento possa riguardare il Sud e favorire peraltro l’occupazione, anche giovanile, altamente qualificata.
Lo stanziamento totale per questo progetto è di 750 milioni.